Autenticità, sapori e gusti della storia borbonica: Il menù firmato da Pasquale Palamaro all’Archivio Storico
Archivio Storico, ristorante e premium bar, un nome che fa presagire autenticità, sapori e gusti che rispondano alla storia dei Borbone, non solo attraverso la cucina tradizionale napoletana ma anche sotto il profilo degli allestimenti delle sale, della carta dei vini e cocktail proposti.
“L’Archivio Storico nasce con l’intenzione di raccontare a chi lo frequenta un consistente pezzo di storia che è stato determinante nella definizione della Napoli che oggi tutti apprezzano – spiega Luca Iannuzzi, ideatore del progetto ristorativo. Non possiamo negare l’enorme bagaglio gastronomico che l’epoca borbonica ci ha lasciato. Tutti i napoletani consumano quasi ogni giorno una pietanza le cui radici affondano proprio in quell’epoca. Il gattò di patate, ad esempio, o la parmigiana. Insomma, le tavole dei napoletani sono costanti testimonianze dell’epoca borbonica”.
Infatti la proposta gastronomica è composta da piatti tipici ed innovativi perché rivisitati nella forma dallo chef stellato Pasquale Palamaro, consulente della struttura. Basta pensare al “gateau”, la cui ricetta si diffuse in tutto il Regno borbonico fino a diventare un piatto tipico della cucina campana e che in carta è proposto tra gli antipasti; oppure ai “Vermicelli alla Borbonica” (spaghetti all’aglio nero, olio e peperoncino, su carpaccio di orata e mollica di pane), una rivisitazione ed infine “La braciola”, ideata dai Monzù (ovvero dai cuochi francesi altamente specializzati che lavorarono per i sovrani durante l’epoca del Regno delle Due Sicilie) che nella versione di Palamaro è farcita con pizza di scarola, salsa di pinoli tostati e alici di Cetara. Dulcis in fundo il “Lazzarone”, ovvero il babbà, il dolce simbolo di Napoli che arrivò nel capoluogo partenopeo proprio grazie ai monzù.
“L’esperienza all’Archivio Storico mi ha reso particolarmente felice dato che nel mio percorso lavorativo mi propongo non soltanto di servire buon cibo ma anche, e soprattutto, di diffondere la cultura gastronomica locale, quale patrimonio storico e culturale fortemente identitario del territorio”, commenta lo chef stellato Pasquale Palamaro.
Non da meno è il bellissimo bancone bar, circondato dalle migliori etichette di liquori e dove si è affascinati dall’esperienza di Salvatore D’Anna, bar manager dell’Archivio Storico, insieme al suo team.
Come abbiamo già anticipato, la nuova drink list dell’Archivio oltre che “eco – friendly” è anche “customer – friendly” con preparazioni meno conosciute ed ingredienti “esotici” poco comuni attraverso delle apposite note.
Sorseggiare un cocktail è un’azione non più vincolata solo al “momento aperitivo”, ma anche alla cena. Ragion per cui le proposte devono essere sempre più raffinate, ricercate, di qualità ed – ovviamente – coerenti con le abitudini di consumo e le tendenze dettate dal mercato.
Vi segnaliamo, oltre ai drink già descritti nel link __; cocktail dedicati alla storia di Napoli Capitale che celebrano le tradizioni campane come il “Seta”, un cocktail morbido, fresco, dolce a base di brandy, latte di mandorla, liquore alla vaniglia, zucchero, succo di limone e albume e la “Curia e Santa Fede”, un cocktail intenso e balsamico i cui ingredienti sono dry gin, bitter, amaro di Calabria, vermouth dry.
E quindi? Diciamo che il pranzo è stato molto più che soddisfacente, senza sottovalutare l’ambiente suggestivo e l’atmosfera intima e calda.